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Controllo accessi o rilevazione presenze?

Un equivoco che nasce spesso è fra i termini “controllo accessi” e “rilevazione presenze”,  quasi mai viceversa. Eppure c’è una bella differenza.

Il controllo degli accessi attiene alla sicurezza fisicachi, dove, quando, come e perché un utente può accedere ad un edificio o un’area interna riservata, pericolosa…ecc.

La rilevazione delle presenze riguarda la gestione entrata e di uscita per calcolare le ore lavorate, suddividerle per classi retributive e passare poi i dati al programma paghe che sforna ogni mese i cedolini dei salari e degli stipendi.

La confusione nasce proprio dall’uso inappropriato delle parole “controllare” le persone per impedire l’accesso e “registrare” gli orari per determinare le ore di lavoro (ma anche controllare il comportamento, la puntualità, la presenza dei dipendenti). Vero è che, in alcuni casi, le due funzioni sono integrate. Il dipendente ad esempio accede al posto di lavoro attraverso un tornello; l’unità elettronica che presidia il varco verifica se la persona è autorizzata ad entrare (e a uscire) attraverso quel passaggio e in quella fascia temporale e nel contempo registra l’orario di entrata (o di uscita).

Molte aziende che producono sistemi elettronici di controllo accessi offrono anche soluzioni per la rilevazione delle presenze e viceversa. Le due applicazioni richiedono competenze specifiche molto diverse (soprattutto nel software) anche se hanno diverse cose in comune (la tecnica d’identificazione, le unità elettroniche, la trasmissione dei dati…)

Un sistema di rilevazione presenze può avere in comune diverse cose con un sistema di controllo accessi: la tecnologia RFID, i lettori che raccolgono le informazioni ma i software sono differenti perché gli obiettivi dei sistemi sono diversi.

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